lundi 25 novembre 2013

Fotografia delle abitudini alimentari degli italiani

Più di 7 italiani su 10, 8 nella fascia over 50, reputano di seguire un’alimentazione sana ed equilibrata e oltre l’80% dichiara di aver adottato almeno un comportamento salutistico nell’ultimo anno, ponendo, in particolare, attenzione al cibo: oltre il 50% si impegna a mangiare in modo vario ed equilibrato, mentre il 66 % - quota che sale al 73% nella popolazione over 50 - cerca di evitare gli eccessi pi rischiosi per la salute, per esempio riducendo zuccheri, sale, grassi o alcool.   

Emerge, quindi, un profilo di virtuosi. Ma questa percezione cos rigorosa non sempre confermata nei fatti. Quando intervistato sugli alimenti consumati nelle 24 ore precedenti, se vero che la quasi totalit del campione mangia cibi sani e corretti, la maggioranza non riesce per a rispettare, attraverso la composizione del men quotidiano, le dosi raccomandate necessarie ad assicurare all’organismo l’assunzione di tutti quei nutrienti essenziali per la promozione della salute e del benessere.     

Frutta e verdura, ricche di vitamine e minerali, non mancano quasi mai dalla tavola degli italiani, ma il loro consumo si attesta, nella maggior parte dei casi, su  quantitativi minimi e spesso non sufficienti: solo il 15% circa della popolazione riesce, infatti, a introdurre nella propria dieta  giornaliera il corretto apporto consigliato dall’OMS, pari ad almeno 5 porzioni, mentre il consumo medio limitato a circa 3 porzioni. 

E, dato ancor pi preoccupante, esiste una scarsissima consapevolezza che queste abitudini alimentari siano inadeguate rispetto al fabbisogno nutrizionale: il 70% circa degli intervistati ritiene di non dover aumentare la quantit di frutta e verdura assunta giornalmente perch la ritiene gi sufficiente, quasi 7 italiani su 10 non sono a conoscenza di quale sia il consumo di frutta e verdura raccomandato e, tra coloro che dichiarano di conoscerlo, solo poco pi del 10% indica correttamente le 5 porzioni. Questo basso livello di percezione di un possibile problema di carenza, trova un riflesso anche nei dati di consumo degli integratori alimentari. Ben 7 italiani su 10 dichiarano di non averli utilizzati nell’arco degli ultimi 12 mesi e oltre il 60% di questi indica, tra le motivazioni del mancato consumo, di non ritenersi a rischio di deficit nutrizionali 

Dietro questa fotografia, potrebbe dunque profilarsi un problema di sub-carenze. “Oggi, nelle popolazioni occidentali, le carenze nutrizionali gravi e conclamate, un tempo responsabili delle classiche sindromi da malnutrizione, quali xeroftalmia, scorbuto, pellagra, beri-beri, sono ormai superate, mentre il problema attuale e ad oggi ancora ampiamente sottostimato quello delle manifestazioni sub-cliniche dovute alle carenze suggerite dall’indagine. – spiega il Prof. Michele Carruba, Direttore del Centro Studi e Ricerche sull’Obesit dell’Universit degli Studi di Milano – Livelli sub-ottimali di micronutrienti essenziali come vitamine e minerali rientrerebbero nei fattori di rischio per alcune malattie croniche nella popolazione adulta e anziana, quali obesit, ipertensione arteriosa, malattie cardiovascolari e metaboliche, diabete tipo 2, cataratta, degenerazione maculare senile, demenza senile, osteoporosi e alcune neoplasie. Per questo anche carenze lievi, soprattutto se durature nel tempo, non devono essere trascurate e vanno risolte prima che sfocino in disturbi pi seri. L’integrazione multivitaminica-multiminerale pu offrire un aiuto importante, specialmente in quei soggetti che, anche inconsapevolmente, non riescono a seguire una dieta corretta e completa.” 

Evidenze significative sui benefici e sul profilo di sicurezza correlati all’assunzione quotidiana e prolungata di un integratore alimentare multivitaminico-multiminerale, sono state per la prima volta recentemente raccolte grazie ad un importante trial clinico di frontiera promosso dal NIH americano, il Physicians’ Health Study II (PHS II).  

Partendo da questi risultati, un Gruppo di Studio Mulidisciplinare di esperti italiani si assunto l’impegno di valutarne l’impatto rispetto alla pratica clinica e di automedicazione nel nostro Paese e presenta oggi il Position Paper dal titolo “Nuove evidenze sull’uso dei Multivitaminici e Multiminerali e sensibilizzazione alle carenze nutrizionali nella popolazione over 50”, che ha ottenuto il patrocinio di SIGG (Societ Italiana di Gerontologia e Geriatria), SOI (Societ Oftalmologica Italiana), SIMG (Societ Italiana di Medicina Generale) e FOFI (Federazione Ordini Farmacisti Italiani).   

“Alla luce di un approfondito lavoro di studio ed analisi della pi recente e significativa letteratura sull’argomento insieme alle evidenze del PHS II, siamo concordi nel sostenere che un uso appropriato e consapevole dell’integrazione multivitaminica e multiminerale pu essere considerato uno strumento sicuro ed efficace nel lungo periodo, in sinergia con una corretta alimentazione e sani stili di vita, nei soggetti anziani particolarmente a rischio di carenze nutrizionali, con l’obiettivo di promuovere un buono stato di salute e un healthy ageing.” - spiega il Prof. Roberto Bernabei, Direttore del Dipartimento di Geriatria, Neuroscienze ed Ortopedia del Policlinico Gemelli di Roma e Presidente di Italia Longeva. – “Va inoltre ricordato che nei soggetti anziani necessario un riconoscimento precoce delle carenze nutrizionali per evitare aggravamenti che possono sfociare nella malnutrizione, un problema molto pi diffuso di quanto si pensi.” 

All’interno del Position Paper, gli esperti aprono una riflessione interessante sui potenziali benefici dell’integrazione multivitaminica e multiminerale in un’ottica di prevenzione. Un trend, quello della prevenzione, che – come rilevato da GfK Eurisko - , tra l’altro, cresciuto nel nostro Paese in modo decisivo e costante nell’arco degli ultimi 10 anni e che individua proprio nei “nuovi anziani” (65-75 anni, con maggiori risorse economiche e culturali rispetto al passato), il segmento pi attento. Una lettura confermata anche dall’indagine: il 22% degli utilizzatori over 50 di integratori (contro un pi ridotto 18% nella poplazione generale) individua proprio nella prevenzione di problemi di salute una delle motivazioni al consumo. 

Interessanti sono le nuove prospettive aperte, in questo ambito, dallo Studio PHS II che, per la prima volta, ha testato l’efficacia di un integratore multivitaminico e multiminerale proprio nella prevenzione di patologie croniche ampiamente diffuse nella popolazione adulta ed anziana, rilevando dati positivi in particolare nell’endpoint cancro. 
   
“Nei soggetti partecipanti al PHS II che assumevano quotidianamente il multivitaminico stata osservata una riduzione pari all’8% del rischio di cancro rispetto al gruppo trattato con placebo. - commenta il Prof. Francesco Cognetti, Direttore del Dipartimento Oncologia Medica dell’Istituto Regina Elena di Roma – Occorre, inoltre, sottolineare che i partecipanti arruolati nel trial americano erano soggetti a basso rischio di sviluppare il cancro, in quanto medici con stili di vita decisamente sani (basso consumo di alcol e tabacco, BMI corretto, dieta sana, abitudine all’esecizio fisico). Ci attribuisce un valore particolare alla riduzione dell’incidenza del cancro osservata tra i gruppi randomizzati: una differenza che in una popolazione meno virtuosa potrebbe risultare ancora pi significativa. Dal momento che nel trial i partecipanti erano esclusivamente uomini, lo stesso discorso pu essere esteso alla popolazione femminile: anche qui il vantaggio potrebbe essere ancora pi rilevante dal momento che molti tumori di genere (seno, utero, ovaie, ecc.) dipendono da squilibri ormonali e momenti della vita come la post-menopausa, che possono ricevere benefici da un’integrazione specifica. Lo studio offre quindi un’ulteriore conferma del ruolo fondamentale che i corretti stili di vita possono giocare nella prevenzione delle patologie oncologiche e dei benefici aggiuntivi che possono essere offerti dall’integrazione multivitaminica”. 

Il Medico di Medicina Generale ed il Farmacista sono interlocutori chiave nella promozione dei messaggi e dei consigli di educazione alimentare ed uso appropriato e consapevole degli integratori di cui il Position Paper si fa promotore. Anche l’indagine GfK Eurisko ne conferma la rilevanza: oltre il 40% di chi consuma integratori indica, infatti, il medico quale principale consulente nella scelta dell’integratore e al secondo posto si attestano i farmacisti, con un percentuale superiore al 20%. “A fronte del progressivo aumento dell’et media della popolazione e di un’aspettativa di vita sempre pi lunga, la promozione della salute e della prevenzione si configura sempre pi come una priorit sanitaria ed il medico di famiglia chiamato a svolgere un ruolo chiave” - spiega il dott. Claudio Cricelli, Presidente della SIMG - “Dobbiamo operare nella convinzione che le problematiche legate ad abitudini alimentari sbagliate vanno affrontate precocemente mediante validi sistemi di monitoraggio e attraverso la diffusione di informazioni in merito al ruolo centrale dell’alimentazione e dei corretti stili di vita e all’uso appropriato degli integratori alimentari, quali strumenti per la promozione della salute nella popolazione generale ed in particolare nei soggetti adulti-anziani.” 

Trovandosi in una posizione di facile accessibilit per il paziente, ed interagendo in sinergia con tutti gli operatori sanitari territoriali (MMG, Pediatra e altri Specialisti), il Farmacista chiamato oggi pi che mai, anche nell’ottica della nuova “Farmacia dei servizi”, a farsi promotore di programmi di educazione sanitaria e di campagne di prevenzione delle principali patologie a forte impatto sociale. “Grazie a strumenti di aggiornamento pratici ed evidence-based come questo Position Paper, il Farmacista pu offrire consigli specifici ai propri pazienti in tema di nutrizione ed integrazione, orientando, su base scientifica, la scelta degli interventi pi appropriati, efficaci e al tempo stesso sicuri.” - spiega il dott. Francesco Carlo Gamaleri, Consiglio Direttivo Ordine dei Farmacisti delle Province di Milano, Lodi e Monza Brianza. 

In modo sinergico e complementare ad una corretta alimentazione, un ruolo chiave nella prevenzione delle principali patologie croniche degenerative dell’adulto e dell’anziano svolto dagli stili di vita. Dall’indagine GfK Eurisko, nonostante la quasi totalit del campione dichiari di prendersi cura di s, emergono invece comportamenti contradditori. Il fumo resta, per esempio, un’abitudine purtroppo ancora diffusa: se met del campione non ha mai fumato, il restante si divide tra fumatori (21% nella popolazione generale e 15% negli over 50) ed ex-fumatori (16% nella popolazione generale, quota che – fortunatamente – aumenta negli over 50 al 21%). Anche la pratica di un’attivit sportiva in modo continuativo resta limitata ad una minoranza: la met del campione fa movimento in modo saltuario e blando, ma i veri e propri sportivi sono solo 2 su 10 nella popolazione generale, mentre gli over 50 sono ancora pi refrattari all’attivit fisica, praticata in modo regolare solo dal 13% degli intervistati.   

“La carente aderenza ad un stile di vita sano, abbinata ad una scarsa compliance ai farmaci, sono ancora oggi i principali responsabili della mancata prevenzione delle malattie cardiovascolari, che oggi rappresentano la maggiore causa di mortalit nel mondo con un’incidenza in rapido e continuo aumento. - aggiunge il dott. Bovenzi, Presidente ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri) - I pi efficaci strumenti preventivi che il cardiologo pu oggi suggerire consistono nell’allontanare i principali fattori di rischio, seguendo una corretta condotta di vita, eliminando i principali errori di alimentazione, evitando il fumo, praticando un’attivit fisica aerobica regolare, e nel riconoscere le pi comuni manifestazioni che possano far sospettare una problematica cardiovascolare per una pi precoce diagnosi e terapia. In aggiunta a tutto ci, possibile postulare un ruolo preventivo dell’integrazione multivitaminica-multiminerale, che deve e pu essere oggetto di approfondite indagini cliniche.” 

Nell’ambito, invece, delle patologie oculari, l’integrazione alimentare - sempre in sinergia con corretta alimentazione e stili di vita sani - rappresenta un’opzione terapeutica gi consolidata. “In quei soggetti che presentano iniziali malattie degli occhi o hanno rilevanti fattori di rischio per queste patologie (familiarit, fumo, obesit, ipertensione arteriosa, ecc.), l’integrazione alimentare assolutamente consigliabile e recenti studi hanno dimostrato l’importanza della combinazione tra i vari nutrienti, rispetto all’impiego di mono-componenti. - commenta il dott. Matteo Piovella, Presidente SOI (Societ Oftalmologica Italiana), che conclude “Apprezzo molto il carattere multidisciplinare di questo Gruppo di Studio e del Position Paper, perch ritengo che l’Oftalmologo debba lavorare sempre pi in stretta sinergia con il Medico di Medicina Generale e gli altri professionisti della salute, per una presa in carico a 360 del paziente, in particolare di quello over 50, assicurando cos i massimi benefici in termini di identificazione delle strategie preventive e terapeutiche pi appropriate ed efficaci.” 

Il progetto reso possibile grazie al contributo incondizionato di Pfizer Consumer Healthcare.

Source: Pharmastar (http://goo.gl/gePgVv)

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