In principio fu il biologico … e quando cominciò, sembrava solo una moda un po’ strana. Finché non si capì che faceva bene. Lo capirono gli agricoltori, venti anni fa, quando videro che il risparmio di questi prodotti sul mercato aiutava a inquinare di meno; lo capirono i viticoltori, che passando alle viti biologiche eliminarono allergie di cui soffrivano loro stessi per primi!
Oggi non è solo una questione di cibo biologico, ma di cibi locali. Consumare prodotti a chilometro zero, come predica Slow Food ormai da anni, permette di risparmiare in trasporti (inquinamento da benzina), in conservanti (inquinamento chimico) ma anche in altre sfaccettature del discorso “ambiente” che non sospettavamo. Per esempio, consumare meno carne costringerebbe gli agricoltori a coltivare meno mais (primo nutrimento delle bestie) e dunque a fare più rotazioni agricole, salvezza per i loro campi!
Il consumo del tonno rosso e del pesce spada, o delle balene per i popoli asiatici, andrebbe diminuito o evitato sia per il rischio di estinzione sia per l’azione benefica di questi grandi animali marini sull’ecosistema, oltre al fatto che se i pesci vivono di più assorbono più sostanze nocive liberando i nostri mari dal veleno! Ecco come tutto si incrocia e come il rispetto dell’ambiente passa anche da cosa decidiamo di mangiare ogni giorno in tavola.
Il consumo del tonno rosso e del pesce spada, o delle balene per i popoli asiatici, andrebbe diminuito o evitato sia per il rischio di estinzione sia per l’azione benefica di questi grandi animali marini sull’ecosistema, oltre al fatto che se i pesci vivono di più assorbono più sostanze nocive liberando i nostri mari dal veleno! Ecco come tutto si incrocia e come il rispetto dell’ambiente passa anche da cosa decidiamo di mangiare ogni giorno in tavola.
Source: http://goo.gl/eCqRN
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