jeudi 13 juin 2013

Dall'unione Europea una soluzione per tornare ai km 0 alla mensa dell'ospedale

Massimo fiorio 
Potrebbe esserci una scappatoia allo stop imposto all’Asl di Asti dalla politica di acquisti centralizzati al rifornimento delle materie prime a chilometri zeroper la mensa dell’ospedale. Il salvataggio della filiera corta potrebbe arrivare dal GPP, acronimo di Green Public Procurement dell’Unione Europea con la quale le amministrazioni pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti valido sotto il profilo ambientale.

L’ipotesi è stata avanzata ieri pomeriggio, in Commissione Agricoltura, dal vicepresidente Massimo Fiorio e discussa con il ministro delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo. «Nell’ottica di valorizzare le produzioni del territorio – spiega il deputato astigiano - le disposizioni sulla Green Economy consentono la possibilità, anche sopra la soglia di 200 mila euro, di indire gare rivolte alle realtà locali se queste rappresentano una soluzione di risparmio sui costi. In questo modo non sarebbe necessaria la deroga alla normativa sulla “spending review». Restano da approfondire, nello specifico, i meccanismi sui bandi di gara degli “appalti verdi”: «Ci sono già – indica Fiorio - alcune realtà italiane impegnate su questo fronte: nelle prossime settimane mi farò promotore di un incontro, ad Asti, con i loro rappresentanti per poter entrare nel merito della questione».

Nell’audizione con il ministro, Fiorio ha sottolineato la necessità che non vada dispersa la positiva esperienza che l’Asl AT ha avviato, negli ultimi cinque anni, con il Progetto 2Q (qualità quotidiana), basato sull’utilizzo di prodotti agricoli a km zero e stagionali per la preparazione giornaliera di circa 1700 pasti destinati ai pazienti degli ospedali di Asti e Nizza e ai dipendenti Asl che pranzano in mensa. «Il progetto – ricorda il deputato del Pd – aveva una doppia valenza: da un lato contribuire a combattere la malnutrizione ospedaliera e dall’altro ridurre gli avanzi di cibo utilizzando in cucina prodotti del territorio. I risultati sono stati positivi: la percentuale media di scarto è risultata del 19,5% contro il 40% riportato in letteratura». Il consumo di prodotti freschi ha determinato riflessi positivi sull’alimentazione del paziente: quelli stagionali sono sicuramente più ricchi di micronutrienti e antiossidanti rispetto alle merci che vengono da più lontano.

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