jeudi 3 octobre 2013

Se non è Bio non è domenica

Esperti produttori e appassionati del biologico riuniti anche in Puglia: vale la pena fare un salto all'evento organizzato da AIAB in collaborazione con Coldiretti e Legambiente
Torna in molte regioni italiane, la Biodomenica, l’iniziativa che per il quattordicesimo anno riunisce in piazza i produttori biologici e gli appassionati del settore, invogliando  i meno informati alla conoscenza dell’agricoltura biologica e dell’insieme dei valori che essa rappresenta.  Piazza Immacolata, a Taranto sarà il luogo d’incontro in Puglia, e vale la pena fare un salto all’evento.
Organizzata da AIAB in collaborazione con Coldiretti e Legambiente, lìiniziativa ha già ricevuto nelle edizioni passate il patrocinio e il contributo del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e del Ministero dell’Ambiente. La manifestazione si svolgerà il 13 ottobre prossimo. Ogni edizione è sempre realizzata in oltre 100 piazze d’Italia, può quindi, a pieno titolo, essere definita tra i più importanti eventi nazionali di promozione dell’agricoltura biologica di qualità.

La Biodomenica è l’opportunità per parlare di agricoltura biologica, della sua funzione a tutela dell’ambiente, della biodiversità, dell’alimentazione e del gusto, del risparmio dell’acqua, del consumo critico e responsabile, delle tradizioni e dello sviluppo locale.

Le quattordici edizioni delle biodomeniche hanno finora promosso la cultura del biologico, e del consumo consapevole su tutto il territorio italiano, nonché la sensibilizzazione degli enti locali per la conversione delle mense pubbliche all’utilizzo dei prodotti biologici. Il tutto coinvolgendo più di 1000 imprese del settore biologico e circa 2 milioni di cittadini.

Il tema dell’anno fa riferimento al settore biologico come modello agricolo motore della green economy.  La cosiddetta Economia verde è la chiave per ripensare il modello economico di sviluppo del nostro Paese. La crisi investe tutti i settori produttivi nazionali, ma nel caos generale degli ultimi tempi arriva una boccata d'ossigeno dai risultati positivi emersi da cifre precise: numeri con il segno più in ogni ambito della bio produzione e dei bio consumi. Pare proprio che il bio sia il settore anti crisi.

Gli operatori biologici certificati fino al 31 dicembre 2012 sono 49.709 di cui: 40.146 produttori esclusivi; 5597 preparatori (comprese le aziende che effettuano vendita al dettaglio);  3.669 che effettuano sia attività di produzione che di preparazione; 297 operatori che si occupano di attività di importazione.Questo è quanto emerge da una prima analisi dei dati forniti al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali dagli Organismi di Controllo (Odc) , sulla base delle elaborazioni del SINAB – Sistema dì Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica.

È cresciuta la forza della rete bio su tutto il territorio italiano: rispetto ai dati riferiti al 2011 spicca un aumento del numero di operatori pari al 3%.Decisamente non male, soprattutto se si pensa che, a causa della crisi economica, in Italia i consumi in generale ancora non riprendono a crescere.
Dai dati dell'ISTAT risulta che il Sud d'Italia, e in particolare la Sicilia, detiene il primato per le produzioni biologiche, mentre il Nord, con il Veneto in testa, prevale per il numero di aziende che hanno ottenuto un riconoscimento comunitario Dop o Igp.
La Lombardia, assieme all’Emilia Romagna è la regione con la maggior presenza di aziende di trasformazione impegnate nel settore biologico. Si tratta di una realtà dinamica in tutto il Bel Paese: dai dati SINAB si scopre che la superficie coltivata secondo il metodo biologico, risulta pari a 1.167.362 ettari, con un aumento complessivo, rispetto all’anno precedente, del 6,4%. Ma  è notevole la maggiore propensione al consumo di prodotti biologici nelle regioni settentrionali, che rappresentano da sole il 73% della spesa totale bio.
Anche i mercatini, bio manco a dirlo, sono aumentati del 13%, (fonte: BioBank) se pur in misura disomogenea sul territorio nazionale, perché maggiormente presenti nel nord Italia.
A questo punto viene da chiedersi: poiché la crisi economica continua, occorrerà forse una sorta di riconversione biologica?
Source: Lecceprima (http://goo.gl/Yw99Bm)

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