Pochi lo sanno ma la superficie agricola italiana coltivata nel rispetto dei principi e dei criteri del biologico ammonta oggi al 10% del totale e occupa circa 40 mila persone, tra agricoltori, trasformatori e addetti del commercio. In Europa solo la Spagna coltiva e produce più biologico di noi, ma in compenso l'Italia è in testa nelle esportazioni. E i consumi sono in costante crescita, il 6% in più nel 2012.
Per richiamare l'attenzione sul futuro del biologico, l'Associazione Italiana Agricoltura Biologica (Aiab) ha pubblicato un decalogo, il cui intento è quello di contribuire a "coltivare" abitudini più sane e rispettose dell'equilibrio naturale, favorendo una normativa e un sistema di sostegni e di incentivi al settore, considerato finora un comparto di nicchia. Tra le priorità indicate dall'Aiab ci sono la necessità di iniziative legislative per portare al 20% le coltivazioni biologiche in Italia; l'aumento al 50% degli acquisti pubblici verdi, l'approvazione di una legge per la promozione dell'agricoltura sociale e dell'occupazione giovanile nelle campagne; e la gestione del verde pubblico con metodi biologici.
Per l'Aiab è urgente anche il varo della clausola di salvaguardia sulle coltivazioni transgeniche nel nostro Paese, che potrebbero minacciare la qualità del sistema alimentare non solo biologico e la promozione di un disegno di legge sulla Sovranità Alimentare" italiana. L'agricoltura biologica in Italia è un business in crescita, sia in termini commerciali che per le ricadute occupazionali: è italiano un terzo delle imprese biologiche europee, con una superficie coltivata a 'bio' pari a oltre un milione e 200 mila ettari e nell'ultimo anno il numero degli operatori del settore é passato da 47.663 unità a 48.269. Il bio made in Italy piace soprattutto al mercato tedesco al quale puntano 9 produttori italiani su 10 e che nei prossimi anni secondo l'Ice, Istituto nazionale per il Commercio Estero, potrebbe contare su un volume d'affari di 13 miliardi di euro. la top ten dei nostri prodotti bio preferiti dai consumatori stranieri annovera al primo posto quelli ortofrutticoli, seguiti dal vino biologico, dalle conserve di pomodoro e dall'olio d'oliva (6,2%).
In Italia l'affermazione dei prodotti bio, procede a piccoli passi, ma a fronte della contrazione dei consumi di alimenti tradizionali, attribuibile alla crisi economica, il comparto ha registrato un incremento della spesa da parte dei consumatori italiani segnando un incoraggiante aumento del 6% durante il 2012. A decretare il successo sono consumatori giovani e famiglie che registrano una tendenza alla fidelizzazione, mostrando di preferire alimenti di chiara provenienza geografica, possibilmente a chilometro zero, e garantiti da Ong e associazioni, che hanno favorito la moltiplicazione del numero dei canali di vendita (da 106 a 167) sia locali che online negli ultimi mesi dell'anno scorso.
Per richiamare l'attenzione sul futuro del biologico, l'Associazione Italiana Agricoltura Biologica (Aiab) ha pubblicato un decalogo, il cui intento è quello di contribuire a "coltivare" abitudini più sane e rispettose dell'equilibrio naturale, favorendo una normativa e un sistema di sostegni e di incentivi al settore, considerato finora un comparto di nicchia. Tra le priorità indicate dall'Aiab ci sono la necessità di iniziative legislative per portare al 20% le coltivazioni biologiche in Italia; l'aumento al 50% degli acquisti pubblici verdi, l'approvazione di una legge per la promozione dell'agricoltura sociale e dell'occupazione giovanile nelle campagne; e la gestione del verde pubblico con metodi biologici.
Per l'Aiab è urgente anche il varo della clausola di salvaguardia sulle coltivazioni transgeniche nel nostro Paese, che potrebbero minacciare la qualità del sistema alimentare non solo biologico e la promozione di un disegno di legge sulla Sovranità Alimentare" italiana. L'agricoltura biologica in Italia è un business in crescita, sia in termini commerciali che per le ricadute occupazionali: è italiano un terzo delle imprese biologiche europee, con una superficie coltivata a 'bio' pari a oltre un milione e 200 mila ettari e nell'ultimo anno il numero degli operatori del settore é passato da 47.663 unità a 48.269. Il bio made in Italy piace soprattutto al mercato tedesco al quale puntano 9 produttori italiani su 10 e che nei prossimi anni secondo l'Ice, Istituto nazionale per il Commercio Estero, potrebbe contare su un volume d'affari di 13 miliardi di euro. la top ten dei nostri prodotti bio preferiti dai consumatori stranieri annovera al primo posto quelli ortofrutticoli, seguiti dal vino biologico, dalle conserve di pomodoro e dall'olio d'oliva (6,2%).
In Italia l'affermazione dei prodotti bio, procede a piccoli passi, ma a fronte della contrazione dei consumi di alimenti tradizionali, attribuibile alla crisi economica, il comparto ha registrato un incremento della spesa da parte dei consumatori italiani segnando un incoraggiante aumento del 6% durante il 2012. A decretare il successo sono consumatori giovani e famiglie che registrano una tendenza alla fidelizzazione, mostrando di preferire alimenti di chiara provenienza geografica, possibilmente a chilometro zero, e garantiti da Ong e associazioni, che hanno favorito la moltiplicazione del numero dei canali di vendita (da 106 a 167) sia locali che online negli ultimi mesi dell'anno scorso.
Source: Ansa (http://goo.gl/1rjcG)
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