lundi 10 mars 2014

Nel supermercato del futuro si pagherà col «telepass»

I megastore sperimentano il sistema Rfid a radiofrequenze: i prezzi dei beni acquistati potrebbero essere registrati da un lettore posto in uscita

Il primo supermercato italiano è stato aperto a Milano, in viale Regina Giovanna, il 27 novembre 1957 dalla Supermarket Italiani, società che oggi controlla Esselunga. Una vera rivoluzione: gli italiani hanno cominciato a fare la spesa da soli, scegliendo autonomamente dagli scaffali. Un’altra grande novità nel nostro modo di fare la spesa è stata, all’inizio degli anni Ottanta, l’introduzione del codice a barre. Questo contiene tutte le informazioni per identificare un prodotto: semplifica il lavoro alle casse e riduce enormemente l’incidenza degli errori; inoltre rende molto più semplice la logistica, dalla contabilità delle merci alla gestione degli ordini.
Ma quali novità ci attendono nei prossimi decenni? Dice Sandro Castaldo, docente di Economia e gestione delle imprese in Bocconi: «La tecnologia più interessante, per la quale sono già in corso sperimentazioni, è l’applicazione dell’RFID alla vendita nella grande distribuzione». La sigla RFID sta per Radio Frequency IDentification o Identificazione a radio frequenza. Antonio Rizzi, docente di Logistica e Supply chain management all’Università di Parma, e coordinatore dell’RFID Lab (www.rfidlab.unipr.it), laboratorio dedicato a questa tecnologia, ci spiega come funziona: «L’RFID prevede l’applicazione di un “tag”, una sorta di circuito elettronico con una memoria che identifica l’oggetto; quando è interrogato, invia a un lettore di radiofrequenze le informazioni relative all’oggetto su cui è applicato».
Funziona nello stesso modo del Telepass: quando un veicolo dotato di Telepass si avvicina al casello percorrendo la corsia riservata, un impianto ottico attiva il trasmettitore fissato sul parabrezza, e questo emette un segnale che permette di identificare il veicolo. Rizzi sostiene che «nel settore tessile e nell’abbigliamento l’utilizzo di questa tecnologia è già a buon punto e si può prevedere che nel giro di cinque anni si vedrà ovunque. Oltre a essere utile come anti-taccheggio e anti-contraffazione, permette di ottimizzare la logistica: l’assortimento di magazzino e scaffali è aggiornato in tempo reale, è più facile controllare l’invenduto e gestire i riassortimenti. In un’ora e mezza, con l’RFID, si possono inventariare 15.000 capi di abbigliamento con il 97% di accuratezza».
Per quanto riguarda i generi alimentari nei supermercati, è in corso una sperimentazione per testare l’RFID nella gestione dei prodotti freschi infatti, seguendo i prodotti in tempo reale, si potrebbe ridurre al minimo lo spreco dovuto a prodotti in scadenza «nascosti» nei magazzini o in fondo agli scaffali. Alle casse poi tutto sarebbe più rapido: i prezzi dei beni acquistati potrebbero essere registrati da un lettore posto in uscita, tutti in una volta, senza bisogno di fermarsi. Secondo Rizzi però «sarà possibile pensare a un utilizzo generalizzato, nella grande distribuzione, solo quando il prezzo del tag sarà più basso, attualmente non è conveniente». Il supermercato in cui non ci si ferma alle casse è ancora nel futuro, ma forse non molto lontano.

Source: Milano Corriere (http://goo.gl/zqMSjI)

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