Contenere il più possibile la quantità di rifiuti che si produce, riciclando, riutilizzando e smaltendo correttamente quanto noi maneggiamo quotidianamente è pratica di ogni buon cittadino del mondo: l’attenzione verso una corretta politica personale sui rifiuti e sul riuso è fortunatamente sempre più radicata in ognuno di noi e, ci si augura, con il passare del tempo saremo sempre più accorti in tal senso.
Nel 2012 c’è un uomo in particolare che può fregiarsi del titolo di “Persona a impatto zero”: si chiama John Newson ed è un cittadino britannico di Balsall Heath, Birmingham, che esattamente un anno fa ha deciso volontariamente di ridurre il più possibile la quantità di rifiuti prodotti nella propria abitazione grazie ad alcune modifiche delle proprie abitudini quotidiane, focalizzandosi in particolare sugli imballaggi.
I risultati sono stati sorprendenti.
John Newson è riuscito a produrre, per tutto l’anno 2012, un solo sacchetto di rifiuti non riutilizzabili, riciclabili né compostabili, insomma rifiuti che per come li giri e li volti non sono altro che immondizia (non per questo da abbandonare in un prato o da gettare in un buco, sia chiaro); la prima decisione presa da Newson ha intaccato le sua abitudini alimentari: la decisione di non consumare più nè carne nè pesce ha ridotto di molto gli imballaggi che ogni settimana uscivano da casa di John direzione discarica o incenerimento (la Gran Bretagna al momento differenzia solo il 30% dei rifiuti che produce).
John Newson ha infatti capito che la maggior parte dei rifiuti prodotti dagli esseri umani sono proprio le confezioni degli alimenti che essi consumano: per questo, oltre ad un regime alimentare decisamente meno carnivoro, Newson ha cominciato a coltivare da sè la frutta e la verdura, evitando l’acquisto di prodotti confezionati al supermercato.
Bucce, torsoli, coste, scarti alimentari vari sono stati sapientemente e rigorosamentedestinati al compostaggio, grazie al cassone apposito che Newson ha installato in giardino, mentre per il resto dei rifiuti differenziabili ha svolto un lavoro degno di un monaco certosino, selezionando e separando con attenzione carta, plastica riciclabile, vetro, metalli, cartone e servendosi semplicemente del servizio di raccolta differenziata e delle opzioni di smaltimento offerte dalla sua città (che differenzia il 31,5% dei rifiuti che produce, non una gran percentuale a dir la verità).
Non un’opera particolarmente semplice: John Newson, non soddisfatto ad esempio di come la sua città differenzia le confezioni di Tetrapak alimentari (in particolare della margarina), ha preferito optare per queste per i servizi di Bristol e Londra, a suo parere più efficienti ed efficaci, ad eccezion fatta per quegli involucri costituiti da pellicola o plastica mista, che non è possibile avviare alla raccolta differenziata e dei quali egli non ha individuato dei possibili riutilizzi all’interno della propria abitazione, che hanno composto il totale del suo unico sacco di rifiuti prodotto nell’intero 2012.
John Newson, ribattezzato dalla stampa britannica “l’Ecoguerriero” ha deciso di rendere pubblica la sua esperienza in virtù del fatto di essersi reso conto che è possibile a tutti, nonché un dovere preciso di ogni cittadino.
Il livello di raccolta differenziata e compostaggio dei rifiuti raggiunto dall’Ecoguerriero inglese è pari all’80% o al 90% del totale, mentre in Gran Bretagna tale percentuale è del solo 30% (la città più virtuosa è Bristol, che arriva al 50%): Newson ha capito che è possibile per tutti arrivare a tanto, magari non nelle percentuali da lui raggiunte: tuttavia provare non costa veramente niente, anzi.
Via | The Mirror
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