Sotto la crisi, il carrello della spesa si restringe, sempre più famiglie costrette ad economie notevoli.
Ad evidenziare l'ennesimo sintomo di malessere sociale, la Cia, che commenta i dati ISTAT sull'inflazione di dicembre.
Come prevedibile, la spesa si riduce, ed anche in maniera notevole. Così, il 60% delle famiglie ha cambiato lo stile d'acquisto, mentre il 50% ha semplicemente fatto calare la spesa. Il 34% si è ridotta quasi solo a prodotti a basso costo o di scarsa qualità. Infine, il 28% si rivolge quasi sempre ai discount.
La stessa aria di grave difficoltà si respira anche esaminando specifiche tipologie di prodotti. Tra i più colpiti, i dolci della festa ed i pranzi nei ristoranti (-5%) e pasticcerie (-11%).
Ad aggravare il carico, gli aumenti nelle bollette e tariffe: in generale, nel solo 2012 la pressione fiscale è arrivata a quota 44,7%, e nel 2013 andrà oltre il 45%.
Tuttavia, ci sono delle anche delle buone notizie, anche se molto parziali.
A dicembre, l'aumento dei prezzi è rallentato, sopratutto per merito dell'agricoltura, che ha mantenuto i prezzi bassi. Unica eccezione, i vegetali freschi: anche a causa delle disastrose precipitazioni invernali, il loro prezzo è cresciuto, +4,7% rispetto a novembre 2012, +6% in termini tendenziali.
Discorso diverso per altri alimenti, uova, farina e carne bovina ed olio d'oliva hanno avuto rialzi modesti (massimo 0,4%). Infine, diverso il caso della frutta, che mostra un calo congiunturale del'1,4%.
Source: NewsFood (http://goo.gl/8veYc)
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