Conad, Grandi Salumifici Italiani e Parmacotto usano l’Rfid nella logistica, mettendo a sistema la catena del freddo per garantire la tracciabilità alimentare dei prodotti freschi. Come? Attraverso una combinazione di sensori di temperatura associati ai tag per l’identificazione univoca delle unità di carico.
Il progetto è parte integrante di una strategia di collaborazione che vede coinvolti in vario modo altri protagonisti della distribuzione come Nagel Italia, Marconi Freddeuropa. Perché? Semplice: le Cool & Cold Chain Automatic Control Solutions funzionano e anche molto bene.
Analogamente Auchan, Nestlé, Kraft Foods, Danone, Coop e Conad stanno sperimentando l’uso della tecnologia Rfid per ridurre il fenomeno dell’out of stock sui punti vendita.
Analogamente Auchan, Nestlé, Kraft Foods, Danone, Coop e Conad stanno sperimentando l’uso della tecnologia Rfid per ridurre il fenomeno dell’out of stock sui punti vendita.
Identificazione univoca e monitoraggio dell’out of stock
A dirigere l’orchestra tecnologica l’Università di Parma che nell’Rfid Lab Parma ha una culla dell’R&D più avanzato e che da diversi anni sta portando avanti progetti Rfid associati alla logistica per il controllo della supply chain dei prodotti fresco.
In dettaglio, l’Rfid a supporto della tracciabilità alimentare è la mission della terza edizione di un progetto chiamato appunto Rfid Logistic Pilot III, a cui hanno aderito diverse aziende della distribuzione, della logistica e della produzione. L’obiettivo? Utilizzare tag UHF passivi per mettere a punto un sistema di controllo a 360 gradi utile a identificare i prodotti freschi contenuti nei pallet e nei colli, dallo yogurt alla pasta fresca, dai salumi ai formaggi freschi. Nel corso dei 10 mesi la sperimentazione ha dimostrato moltissimi aspetti positivi al punto che il progetto, se confermerà le potenzialità, verrà esteso a monte e valle della filiera, coinvolgendo nella catena del freddo taggata anche altri produttori e distributori.
In dettaglio, l’Rfid a supporto della tracciabilità alimentare è la mission della terza edizione di un progetto chiamato appunto Rfid Logistic Pilot III, a cui hanno aderito diverse aziende della distribuzione, della logistica e della produzione. L’obiettivo? Utilizzare tag UHF passivi per mettere a punto un sistema di controllo a 360 gradi utile a identificare i prodotti freschi contenuti nei pallet e nei colli, dallo yogurt alla pasta fresca, dai salumi ai formaggi freschi. Nel corso dei 10 mesi la sperimentazione ha dimostrato moltissimi aspetti positivi al punto che il progetto, se confermerà le potenzialità, verrà esteso a monte e valle della filiera, coinvolgendo nella catena del freddo taggata anche altri produttori e distributori.
“L’Rfid nella supply chain dei prodotti freschi è una value proposition molto semplice – sottolinea Antonio Rizzi, responsabile di Rfid Lab Parma e coordinatore del progetto -, ma efficace e forse l’unica possibile. Il costo del tag viene sostenuto dal produttore che ottiene in cambio dal retailer visibilità sulla parte della supply chain di valle, fino allo scaffale del punto vendita. Grazie a questo tipo di tracciabilità entrambi gli attori ottimizzano i propri processi e sono in grado di aumentare il fatturato e ridurre il costo totale logistico del prodotto. Riduzione dell’out of stock, della giacenza immobilizzata e controllo delle rotazioni a garanzia di una migliore qualità del prodotto”.
Perché si parla di prodotti freschi? Perché i prodotti freschi hanno una shelf life limitata, e quindi il controllo della presenza prodotto a scaffale, della gestione delle rotazioni in base alla data di scadenza e la visibilità dei dati di vendita per la programmazione della produzione sono particolarmente critici.
Conad ingegnerizza la catena del freddo
In dettaglio, Conad ha introdotto i tag e i sensori di temperatura sulle unità di carico una decina di mesi fa, iniziando una sperimentazione sui pallet. In seguito, il progetto è stato esteso ai sandweech in modo tale da garantire l’assoluto presidio dei prodotti freschi. Il progetto è molto più che un pilota dal momento che Conad è entrato in produzione su 16 stabilimenti e gli obbiettivi del management sono di estendere entro settembre la soluzione anche al resto degli stabilimenti.
“Quando abbiamo spiegato la tecnologia Rfid in azienda – racconta Andrea Mantelli, responsabile della supply chain di Conad Nazionale – qualcuno ha inziato a chiamarla “effetto telepass” il che la dice lunga sulla velocizzazione dei processi di movimentazione e controllo all’interno e all’esterno dei magazzini. L’Rfid nella catena del freddo, infatti, ottimizza la logistica: in ricevimento il controllo automatico nel Desau ha aumentato sensibilmente la nostra efficienza. Abbiamo dotato 120 bilici di sensori di temperatura e, in parallelo, in tutti i nostri Cedi un controllo manuale sta per essere sostituito da unn controllo automatico a base Rfid con un notevole risparmio e una maggiore efficienza in tutti i magazzini”.
Partner logistico del distributore Marconi Freddeuropa che a sua volta ha integrato la tecnologia a partire dal centro di Fidenza, coinvolgendo 10 operatori di trasporto e bilici, collegando nella catena del freddo 16 CeDi da cui poi partono le consegne ai vari punti vendita Conad. Taggate oltre 3mila referenze con tre aziende differenti per un totale di 400mila unità di carico. L’Rfid viene usato nei pallet per il controllo della movimentazione e i sensori wireless di temepratura sono integrati nei camion.
“Dalla nostra piattaforma di Fidenza smistiamo tutti i prodotti deperibili per conto di Conad, di cui siamo partner – aggiunge Pietro Ruggeri, ingegnere di processo di Marconi Freddaeuropa -. La tecnologia Rfid e la sensoristica favoriscono l’attività di controllo, riducendo anche la possibilità di errore in fase di spedizione delle merci, abbattendo i tempi di scarico e controllo di un buon 25%, grazie all’automazione delle procedure. Il sistema, gestito via cloud, ci consente di disporre in anticipo delle informazioni di consegna , rispetto all’arrivo del mezzo, e questo ci permette di verificare la coerenza dell’ordine, le scadenze e le destinazioni in modo da garantire la qualità e la congruità delle consegna offrendo al Decision Support System dati utili alla programmazione della produzione”.
Insomma, un grosso passo tecnologico ma anche una via per garantire un’ottimizzazione della movimentazione dei prodotti freschi e, di conseguenza, la massima qualità degli alimenti, considerando che le variazioni di temperatura durante i trasporti sono la prima causa del deterioramento del cibo. La tecnologia nella catena del freddo evita inutili sprechi aiutando l’economia (oltre a garantire meglio i consumatori).
Grandi Salumifi Italiani: qualità tracciata e garantita
Sensori e tag Rfid nella catena del freddo anche per Grandi Salumifici Italiani (noti ai consumatori con i marchi Casa Modena, Senfter, Cavazzuti, Fratelli Parmigiani, Gasser) che nel reingegnerizzare il proprio stabilimento produttivo ha ripensato ex novo il magazzino e l’intera organizzazione logistica. Per automatizzare i controlli delle merci la direzione ha introdotto Rfid e sensori in (non è un mantra, ma un caso) 400mila unità di carico, con un monitoraggio della catena del freddo anche nei camion che trasportano i prodotti.
“Grazie all’utilizzo di un sistema avanzato di controllo basato su Rfid e sensori – spiega Ivano Poli, Direttore Logistica e Supply Chain gruppo Gsi – abbiamo potuto presidiare al meglio la nostra catena del freddo. L’utilizzo dell’Rfid è stato un grosso differenziale: oggi i tempi di scarico si sono ridotti del 30%. Non solo: il controllo della temperatura ha permesso di offrire dati certi ai responsabili dei punti vendita, evitando così il rischio che la merce possa essere respinta. Da un cruscotto centralizzato oggi siamo in grado di controllare in modo puntuale le temperature dei nostri prodotti dalle fasi di magazzinaggio a quelle di spedizione fino alla consegna ai punti vendita distribuiti sul territorio”.
Sensori e tag anche per Parmacotto
Sulla stessa onda (a radiofrequenza) anche Parmacotto, che grazie all’Rfid Logistic Pilot III ha inziato a utilizzare i tag Rfid e i sensori di temperatura per presidiare il navettaggio dei semilavorati da uno stabilimento all’altro.
“L’utilizzo dei sensori che abbiamo affiancato al sistema di controllo fisso – conclude Doriana Sena, responsabile controllo qualità di Parmacotto – è fondamentale nel monitoraggio della temperatura dei nostri semilavorati, nel trasferimento da uno stabilimento all’altro. Il successo della sperimentazione è stato evidente e importante per tutti. Entro fine mese, infatti, andremo a installare i sensori all’interno del nostro polo logistico di Napoli. Grazie all’intelligenza di sistema, l’ingegnerizzazione tecnologica ci consentirà di controllare direttamente da Parma la temperatura delle celle in Campania”.
Informazione puntuale e un cruscotto centralizzato per la regia
Partner tecnologico dell’ingegnerizzazione Id Solution, che ha impiegato una serie di sensori distribuiti lungo tutta la supply chain. Senza bisogno di cablaggi né collegamenti, i tag raccolgono i dati di temperatura e li inviano in modo totalmente automatico a un sistema centrale attraverso una serie di lettori o di antenne distribuite nei magazzini e nei mezzi di trasporto. Per gestire il nuovo flusso di dati è stata sviluppata una piattaforma software che riceve le informazioni anche da sistemi di sensori diversi tra loro, capace di fornire una visione unica e centralizzata di tutta la logistica del freddo, attraverso una dashboard web protetta. Id Solutions ha provveduto anche a programmare una serie di allarmi automatici pronti segnalare automaticamente le non conformità in modalità multicanale, via mail o Sms.
Source: The Biz Loft (http://goo.gl/NJrVA)
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