E’ stato presentato a Roma il film “Slow Food Story”, diretto da Stefano Sardo, che racconta la storia di Carlo Petrini, inventore e fondatore di Slow Food e Terra Madre.
La pellicola, presentata all’ultimo Festival di Berlino, è prodotta da Indigo Film e Tico Film, e uscirà nelle sale il prossimo 30 maggio.
“Slow Food Story” è la storia di un gruppo di amici di provincia, Carlo, Giovanni e Azio, che vivono di passioni politiche, vino e cibo, affrontando ogni cosa con un approccio ironico, divertito e divertente, vero e verace. Tutto inizia negli anni Settanta in terra piemontese con la voce libera di Radio Bra, dove Carlo, detto Carlìn, scopre che la politica del potere non era interessante; poi ancora ‘Cantè i’euv’, Cantare le uova, un vecchio rito contadino riesumato. L’avventura cultural-gastronomica di Carlo Petrini è appena cominciata: nascono gli ‘Amici del Barolo’ e negli anni Ottanta, proprio quando scoppia lo scandalo Metanolo, Carlìn fonda l’associazione ‘Arcigola’, anticamera di ciò che nacque tre anni dopo.
Senza mai lasciare la sua Bra, Petrini lancia lo ‘Slow Food’, un movimento internazionale nato come resistenza al fast food, che oggi esiste in 150 paesi, dando inizio a una rivoluzione che va avanti da 25 anni e non dà cenno di volersi fermare, trasformando per sempre la gastronomia.
“L’impegno che abbiamo profuso in questi anni – dice Carlo Petrini - di riscattare la gastronomia da un circuito autoreferenziale, merita ancora di essere consolidato a livello internazionale. La soddisfazione che ho in questi ultimi tempi è vedere come i giovani stiano interpretando la nostra filosofia iniziale attraverso un percorso di vita: il ritorno alla terra, all’agricoltura, alla produzione del cibo, cose che solo dieci anni fa erano impensabili ora li vede protagonisti attivi. Io credo che il bello debba ancora arrivare, quando questo concetto di gastronomia, come scienza complessa e multidisciplinare, diventerà buona pratica”.
“Slow Food Story” è la biografia di un leader rivoluzionario ed è anche un po’ la storia di un paese da dove è partita questa rivoluzione, Bra, che ha dato i natali anche al regista del film, Stefano Sardo. Lui ha raccolto le testimonianze dei vecchi amici di Petrini che hanno condiviso con lui le esperienze precedenti allo Slow Food, attraversando lo stesso percorso, dalla politica al cibo, e poi di nuovo alla politica attraverso il cibo. “Volevo raccontare in primis la genesi di un percorso culturale importante – dice Sardo – che si è formato negli anni attraverso vicende umane, politiche, personali, perché quello che ti succede nella vita cambia il tuo modo di vedere il mondo; se poi il protagonista di una storia è un personaggio carismatico come Carlo Petrini, questo può cambiare la modalità di visione di tante persone, per un effetto domino straordinario. Quella di Carlìn è una politica del popolo, a cui ha chiesto un’adesione sulla base del piacere, non della militanza; qui sta la sua rivoluzione ed è qui che sta la serietà non seriosa di Slow Food”.
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