Il mercato del biologico è in rapida crescita: sempre più aziende si "convertono". Ma aumentano anche le truffe di chi si spaccia per tale senza rispettare la normative. I consigli di Coldiretti.
Il mercato del biologico in Italia è in crescita. E pure le truffe. A invogliare i furbetti è il fatto che mediamente il prezzo di vendita è superiore del 20-30% rispetto a quelli dell'agricoltura convenzionale. Secondo i dati di Coldiretti, il giro d'affari complessivo del biologico italiano è, infatti, di 3,1 miliardi di euro. Un fatturato che porta l'Italia al quarto posto a livello europeo dopo Germania, Francia e Regno Unito e al sesto nella classifica mondiale, dove, secondo le stime della Confederazione italiana agricoltori il business vale 55 miliardi di dollari, 18 miliardi di euro solo in Europa.
L'AUMENTO DELLA DOMANDA L'Italia è anche il primo Paese europeo per numero di imprese agricole biologiche: nel 2013 il numero degli operatori è aumentato del 3%: sono 49.709, di cui 40.146 produttori esclusivi, 5.597 preparatori, 3.669 aziende impegnate in entrambe le attività e 297 importatori. Alla base c'è sicuramente l'aumento della domanda: nonostante la crisi e gli elevati costi del prodotto finale, nei primi sei mesi del 2013 in Italia è stato registrato un aumento dei consumi dell'8,8% mentre il resto del settore food segnava un -3,7% nello stesso semestre. I prodotti bio vengono acquistati prevalentemente nel Nord Italia (73%), seguono il Centro (21,2%) e il Sud (6,9%).LE AZIENDE SUL TERRITORIO Inversamente proporzionale alla domanda, invece, è la distribuzione degli operatori sul territorio nazionale: al primo posto c'è la Sicilia, seguita dalla Calabria, mentre per il numero di aziende di trasformazione spicca l'Emilia Romagna seguita da Lombardia e Veneto. Secondo i dati della Cia, nel 2013 in Puglia gli operatori sono aumentati del 20,3%, in Lombardia del 12,7% e in Lazio del 10%.Oggi in Italia la superficie coltivata con metodo biologico - secondo Coldiretti - è di 1.167.362 ettari, con un aumento del 6,4% rispetto al 2012. Il prodotto bio più amato dagli italiani sono le uova che rappresentano circa il 13% della spesa complessiva. Seguono biscotti, prodotti dolciari e marmellate, ortofrutta fresca e trasformata e prodotti lattiero-caseari (+4,5%).Nell'ultimo anno gli acquisti domestici sono saliti del 7% nella Gdo e del 10% presso i negozi specializzati. Oggi il 76% degli italiani dichiara di acquistare uno o più prodotti biologici almeno due volte al mese.
COME PRODURRE "BIO" Per ottenere la certificazione bio, infatti, non possono essere utilizzati prodotti chimici come fertilizzanti, diserbanti e insetticidi, mentre è consentito l'uso di materiale organico e concime naturale. Rinunciare a questi additivi significa ridurre la superficie coltivata, non essendo i prodotti naturali in grado di garantire la stessa protezione su larga scala da parassiti e fitopatologie. Va da sé che la superficie coltivata diminuisca con conseguente perdita economica rispetto a una coltura intensiva. Dall'altro lato è richiesto un maggiore utilizzo di manodopera e attrezzi specifici. Basti pensare, per esempio, al tempo necessario per diserbare un campo completamente a mano. Oppure, al caso di un agricoltore che decida di passare dal metodo convenzionale al bio con i tempi e i costi di riconversione dei campi che ne conseguono.
LE TRUFFE IN AUMENTO Il guadagno facile, infatti, è diventato l'obiettivo di chi, sfruttando per esempio certificazioni false, riesce a spacciare come bio ortaggi e alimenti in realtà ottenuti a costi standard, senza rispettare minimamente la normativa. Nel 2013 il nucleo antifrode dei carabinieri ha ritirato dal mercato oltre 2 milioni di finte etichette biologiche e la guardia di finanza quasi 1 milione. In campo agroalimentare, negli ultimi due anni, il reparto specializzato dell'Arma ha inoltre sequestrato 17 mila tonnellate di prodotti irregolari, con 2.400 soggetti deferiti all'autorità giudiziaria, 36 milioni di illeciti finanziamenti comunitari accertati e sequestri di beni per oltre 10 milioni
COLDIRETTI: PRIVILEGIARE IL KM ZERO Il metodo suggerito da Coldiretti per proteggersi da eventuali truffe è la scelta di prodotti a chilometro zero, affidandosi cioè ad aziende e mercati che garantiscano l'origine degli alimenti: "Sostanzialmente il biologico ricalca la filiera corta, in tutti sensi", spiega Masini, responsabile ambiente e consumi di Coldiretti. "Oltre a essere legato strettamente all'area di produzione e quindi più facilmente tracciabile, è il prodotto che non inquina per eccellenza: un ulteriore elemento a tutela sia del consumatore sia del territorio".
Source: http://goo.gl/kl3Lfq
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