vendredi 10 août 2012

Biodegradabile e compostabile, è la bioplastica: riciclabilità certa

Sacchi e sacchetti per l'umido, film per l'imballaggio di alimenti, bicchieri, piatti e posate, vasetti, tutti biodegradabili e compostabili. Sono le bioplastiche che, a differenza delle 'colleghe' tradizionali, garantiscono riciclabilità organica a fine vita certificata nei diversi ambienti (compostaggio, digestione anaerobica, suolo). A dispetto di questo valore aggiunto, secondo i dati di Assobioplastiche, attualmente nel mondo si consumano all'incirca 250 milioni di tonnellate l'anno di prodotti plastici tradizionali, mentre la capacità produttiva mondiale di bioplastiche è di appena 1 milione di tonnellate l'anno, ovvero meno dello 0,5% del massimo potenziale tecnico di sostituzione delle plastiche tradizionali. A rendere celebre la bioplastica è stato, per primo, l'incriminato shopper tradizionale, sostituito con i nuovi sacchetti. Ma come si verifica se uno shopper è conforme alla legge? Innanzi tutto dal materiale: i sacchi conformi possono essere di juta, tessuto, polietilene, polipropilene, tessuto non tessuto, cotone, rete, carta, e poi dallo spessore. Ma certamente la via più semplice è quella delle certificazioni: Cic, Vincotte e Din Certco. Non sono invece conformi a legge tutti i sacchi a bretella in polietilene di spessore inferiori a 100 micron. Anche eventuali scritte come "Biodegradabile entro 3-5 anni" o "Biodegradabile secondo il metodo Uni En Iso 14855" non garantiscono la conformità. Infine, la bioplastica non va confusa con il cosiddetto "polietilene verde", non biodegradabile nè compostabile a fine vita (è verde solo perché fa ricorso alle energie rinnovabili) e che è meglio qualificare come ''plastica vegetale''. C'è poi il sacco compostabile da utilizzarsi per la raccolta differenziata della frazione organica. In mancanza di questa raccolta si può utilizzare il sacco come contenitore di rifiuti o conferirlo nel contenitore della plastica. E a proposito di organico, secondo il Rapporto Ispra sui rifiuti urbani, nel corso dell'anno 2009 è stato prodotto oltre 1,3 milioni di tonnellate di compost, una quantità che porta l'Italia al secondo posto, dopo la Germania in termini di quantità prodotta. Secondo recenti dati del Consorzio Italiano Compostatori, oltre 100 mila tonnellate di materiali plastici vengono annualmente conferiti sotto forma di sacchi e sacchetti, confezioni di alimenti ed imballaggi vari agli impianti di compostaggio. Questi materiali devono essere rimossi per evitare il deprezzamento del prodotto finito, il compost. Un'attività costosa, non sempre efficace e provoca la perdita di grandi quantità di frazioni compostabili. Inoltre, le frazioni di plastica rimanenti rischiano di danneggiare la qualità finale del compost. Oltre 26 milioni di euro vengono spesi annualmente in attività di selezione e smaltimento di imballaggi plastici. L'introduzione e l'uso di manufatti plastici compostabili, a partire dai sacchetti per la raccolta differenziata dell'umido domestico, contribuiscono in maniera determinante nel perseguimento degli obiettivi di raccolta delle pubbliche amministrazioni e di commercializzazione di compost di qualità da parte dei compostatori.

Source: http://goo.gl/oL4JN

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