jeudi 9 août 2012

La spugna nanotech che pulisce l'acqua


La salute dell'ecosistema di mari e fiumi può essere compromessa dal riversamento, a seguito di incidenti navali o industriali, di sostanze oleose come il petrolio, che sono difficili da isolare e rimuovere. Per risolvere questo problema, i ricercatori dell'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) hanno ideato una spugna capace di assorbire gli oli separandoli dall'acqua

The Green Times | Pubblicato lunedì 23 luglio 2012 alle 15.41
La spugna nanotech che pulisce l'acqua
GENOVA - La salute dell'ecosistema di mari e fiumi può essere compromessa dal riversamento, a seguito di incidenti navali o industriali, di sostanze oleose come il petrolio, che sono difficili da isolare e rimuovere. Per risolvere questo problema, i ricercatori dell'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) hanno ideato una spugna, manovrabile con campi magnetici, capace di assorbire gli oli separandoli dall'acqua. Il nuovo materiale, che è stato ideato dal gruppo Smart Materials al Center for Biomolecular Nanotechnologies dell'Istituto Italiano di Tecnologia, viene descritto in un articolo pubblicato dalla prestigiosa rivista dell'American Chemical Society ACSNano.
La spugna è stata realizzata con processi nanotecnologici facilmente riproducibili su scala industriale e con materiali economici come la schiuma di poliuretano, un polimero comunemente usato per il confezionamento degli imballaggi e per l'isolamento termico. Per farle acquisire proprietà magnetiche, superidrofobiche e superoleofile, la schiuma di poliuretano, che costituisce il materiale base della spugna, è stata trattata con nanoparticelle di ossido di ferro e di politetrafluoroetilene, noto anche come Teflon.
«Il trattamento del poliuretano - si legge in una nota dell'IIT - avviene in due fasi principali. Nella prima fase la schiuma viene bagnata con una soluzione contenente nanoparticelle magnetiche di ossido di ferro. Grazie all'assorbimento della soluzione, le nano particelle si dispongono all'interno della struttura porosa del polimero, agganciandosi debolmente al reticolo molecolare».
«La seconda fase - prosegue la nota - consiste nel deposito delle particelle di politetrafluoroetilene sulla superficie della spugna, che si realizza spalmando polvere di Teflon con una paletta metallica fatta strofinare ripetutamente». Tale trattamento rende il materiale capace di assorbire una quantità di sostanza oleosa fino a tredici volte il suo peso.
«L'ordine con cui si svolgono le due fasi del trattamento - spiega la dott.ssa Despina Fragouli, prima responsabile della ricerca - è importante per definire le proprietà di superficie della spugna: solo se il Teflon è spalmato dopo l'introduzione delle nanoparticelle magnetiche, la superficie del poliuretano diventa altamente super-idrofobica e auto-pulente. Il risultato - sottolinea Fragouli - è una spugna leggera, galleggiante, in grado di incamerare sostanze oleose e che, grazie alle sue proprietà magnetiche, può essere manovrata attraverso opportuni campi magnetici in aree di diversa estensione».
«L'80% delle nanoparticelle introdotte nella schiuma - aggiunge la dott.ssa Athanassia Athanassiou, coordinatrice del team Smart Materials di IIT - può essere recuperato e riutilizzato dopo l'utilizzo. La nostra nuova spugna - conclude -è quindi un esempio di materiale innovativo, intelligente ed ecologico, in grado di rispondere a problemi importanti come l'inquinamento dell'ambiente».


Source: http://goo.gl/vvSxM

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